Poeti in Facoltà

Loreta Gambini
Loreta Gambini dal 1978 lavora presso l’Università Politecnica delle Marche ed è attualmente responsabile della Segreteria di Presidenza e del Centro di gestione della Facoltà. La sua passione per la poesia è iniziata nel 1994 con dei versi in dialetto anconitano “O fjola mia” dedicati alla figlia. Da allora diversi sono gli aforismi ed i componimenti prodotti, molti dei quali riportati nel volume “Le Sorgenti del Cuore”, una raccolta di poesie che, da anni, l’Autrice ha iniziato a scrivere per cercare di manifestare, attraverso dei semplici versi, l’amore che ha dentro.
Ti amo immensamente./ Amo le tue incertezze,/ i tuoi silenzi,/ la tua dolcezza.
Di getto, pensando ai momenti intensi vissuti e a tutte le persone amate, i suoi pensieri e sentimenti, diventano verso, dandole modo di descrivere le emozioni che spesso restano “prigioniere” dell’anima. Il viaggio poetico si centralizza sull’amore. In alcuni versi l’Autrice descrive, con dolcezza, il passare del tempo e la malinconia della perdita
Mentre la guardo/ penso a ciò che sto perdendo/ e allora,/ stringendola a me,/ piango.
in altri esprime, con grande intensità l’immensità dell’amore materno
Finché avrò vita,/ scruterò i vostri occhi
Finché avrò vita,/ vi scalderò con tutto il mio amore
Sentimenti, emozioni, ricordi e paure vengono impressi su un foglio bianco e rese indimenticabili per la naturale semplicità con cui sono descritti. (Giovanni Danieli)

Finché avrò vita

Finché avrò vita,
scruterò i vostri occhi,
sussulterò ad ogni vostro sospiro,
leggerò i vostri silenzi,
asciugherò le lacrime dei vostri cuori.

Finché avrò vita,
vi scalderò con tutto il mio amore.
vi reggerò per non farvi cadere,
lotterò per vedervi gioire,
gioirò nel sentirvi cantare.

E quando, finalmente,
i vostri occhi brilleranno
ed il vostro cuore canterà,
scioglierò il mio abbraccio
vi lascerò allontanare
e, stanca e felice,
vi amerò,
finché avrò vita.

Stupende emozioni

Guardarti la prima volta,
ancora stanco del desiderio di nascere
ed abbracciarti,
così piccolo,
ed immensamente sognato,
hanno destato in me
stupende emozioni.

Ti amo.
Immensamente.

Amo le tue incertezze,
i tuoi silenzi,
la tua dolcezza.

Sei nel mio cuore
e lì resterai per sempre
ovunque io sia.

Mamma

Immobile,
davanti alla finestra,
guarda il cielo.

Fiocchi di neve scendono leggeri
mentre note di una antica canzone,
come un sussurro,
escono dalle sue labbra.

Come sono tristi i suoi occhi
e curve le sue spalle
quando, tremando,
cerca il mio abbraccio chiedendo:
“Perché non ricordo?”

Mentre la guardo
penso a ciò che sto perdendo
e allora, stringendola a me,
piango.

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