Sull’abolizione del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina

Dario Francesco Pinna
Presidente Azione Universitaria Ancona

Nella serata di lunedì 15 ottobre 2018 si è riunito il Consiglio dei Ministri per presentare la Legge di Bilancio 2019, come riportato nel comunicato stampa n. 23 emesso dopo la mezzanotte da Palazzo Chigi. Tra le principali innovazioni introdotte dal provvedimento possiamo trovare testualmente al punto 22 “Abolizione del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina – Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi”.

A sorpresa dunque il governo ha scelto di prendere questa decisione, non curante delle conseguenze che potrebbero portare nel giro di pochi anni il sistema accademico al collasso. In seguito alle prime proteste, che non hanno tardato a palesarsi nelle realtà universitarie nazionali, la Presidenza del Consiglio ha precisato attraverso un secondo comunicato stampa che si tratta di un obiettivo politico di medio periodo per il quale si avvierà un confronto tecnico con i Ministeri competenti e la Conferenza dei Rettori delle università italiane (CRUI) che potrà prevedere un percorso graduale di aumento dei posti disponibili, fino al superamento del numero chiuso.

Non possiamo negare di essere rimasti tanto perplessi quanto spaesati di fronte a queste recenti notizie. A nostro avviso questo processo si sarebbe dovuto svolgere all’inverso, permettendo alle varie componenti interessate di esprimere e discutere preventivamente i differenti punti di vista, al fine di raggiungere un accordo e strutturare una proposta complessa e valida nel lungo periodo.

Per Azione Universitaria questo provvedimento andrebbe a peggiorare ulteriormente la condizione dei nostri aspiranti medici; il vero problema da risolvere è infatti relativo al necessario intervento sul processo di selezione per le Scuole di Specializzazione, attualmente a numero chiuso e di gran lunga inferiore al numero di laureati in Medicina.

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