Jean Watson, fondamenti moderni dell’assistenza e del prendersi cura

Una visione caritativa del mondo, tra scienza e umanesimo

Nico Paolini, Mara Marchetti, Maurizio Mercuri
Corso di Laurea in Infermieristica, Università Politecnica delle Marche, sede di Ancona

Introduzione

La scienza del Caring è un fondamento disciplinare fondamentale per la professione infermieristica e per l’assistenza in generale. Questa scienza sottolinea i valori e il significato dell’Essere umani e dell’onorare l’unità dell’Essere. Jean Watson vuole dare chiarezza sulla professione infermieristica e soprattutto su come assistere efficacemente. Dal suo punto di vista la scienza del Caring è fondamentale non solo per la professione stessa, ma anche per la società contemporanea che ritiene incapace di prendersi cura del prossimo. Il mondo è sempre più alle prese con guerre, violenze e atti inumani, siano essi tra uomo e uomo, tra uomo e ambiente, o tra uomo e natura. (1)

 Tra i trattati più famosi della teorica sul nursing troviamo:

– nel 1979 Nursing: The Philosophy and Science of Caring;

– nel 1985 Nursing: Human Science and Human Care, A Theory of Nursing. (2)

Per comporre questi volumi viene influenzata, oltre che dalle conoscenze del nursing tradizionale e dalle opere delle celebri teoriche infermieristiche Henderson, Nightingale, Krueter, Hall e Leininger, anche dalle scienze e dalle discipline umanistiche. Il pensiero del famoso psicologo statunitense Carl Rogers appare spesso nelle opere della Watson. Secondo Rogers, solo attraverso la comprensione del proprio stato di salute, l’assistito, sarebbe arrivato ad accettarsi, facendo il primo passo verso la guarigione. (3)

Fig.1 Simbolo scelto dalla teorica Jean Watson, depositato per Copyright. Rintracciabile in diverse pubblicazioni. www.watsoncaringscience.org

  Presupposti teorici: “Assistenza infermieristica: filosofia e scienza del Caring

La Docente Jean Watson nel 1979 scrisse il primo libro, chiamato “Assistenza Infermieristica: filosofia e scienza del Caring”. Tratta il Caring dando una breve spiegazione di questo approccio e propone il suo punto di vista al riguardo. Afferma che l’assistenza infermieristica risiede all’interno di una matrice scientifica tanto quanto di una matrice umanitaria. Il Caring non risiede solo all’interno del mondo scientifico, ma esso è un’intersezione tra arti, scienze umane, filosofia e tecnologia. Racchiude un’ampia visione del mondo che è resa completa da tutte queste sfaccettature. Ogni materia citata risponde a domande differenti, comprendendo caratteristiche più o meno profonde, facendo vedere lo spirito e l’anima dell’uomo, la sua forma e la condizione. Questa disciplina infermieristica studia, ricerca, esplora, individua, descrive e mette in discussione i rapporti e le intersezioni tra gli aspetti etici, ontologici, pedagogici e pratici dell’assistenza infermieristica stessa.

La Professoressa Watson intende capire, sviluppare e conoscere l’assistenza per essere profondamente umani/compassionevoli, capaci di assistere e di essere una presenza capace di guarire.  (4) (5)

Dai Carative Factor ai processi Caritas

Carative factor (1979)

Processi Caritas (2002-2007)

1.       Sistema di valori umanistico-altruistico

 Praticare la gentilezza amorevole e l’equanimità nell’ambito di un contesto di consapevolezza del Caring.

2.       Instillare la fede e la speranza

 Essere autenticamente presente permettendo e supportando il sistema di profondo credo e di mondo di vita soggettivo di sé stessi e di coloro di cui ci prendiamo cura.

3.       Coltivare la sensibilità verso sé stessi e gli altri

 Coltivare le proprie pratiche spirituali ed il sé transpersonale, superando il limite del proprio ego.

4.       Sviluppare un rapporto di aiuto-fiducia

 Sviluppare e sostenere, in uno scambio d’aiuto e fiducia, una vera e propria relazione di Caring.

5.       Promozione e accettazione della manifestazione di sentimenti positivi e negativi

 Essere presente e sostenere l’espressione dei sentimenti positivi e negativi come in una connessione con lo spirito più̀ profondo di sé stessi e di coloro di cui ci prendiamo cura.

6.       Uso sistematico del metodo scientifico del problem-solving per la presa di decisioni

 Impiegare in modo creativo sé stessi e tutte le proprie conoscenze, quali parti integranti del processo di Caring, impegnandosi nell’arte della pratica del Caring verso la guarigione.

7.       Promuovere l’insegnamento e l’apprendimento interpersonale

 Impegnarsi in vere esperienze d’insegnamento / apprendimento che aspirano al raggiungimento dell’interezza, cercando di rimanere nell’ambito della sfera di riferimento dell’altro

8.       Creare un ambiente che guarisca a tutti i livelli

 Creare un ambiente di guarigione a tutti i livelli laddove l’interezza, la bellezza, il benessere, la dignità̀ e la pace sono potenziati.

9.       Aiutare nel soddisfacimento dei bisogni umani

 Prestare assistenza, con riverenza e rispettosamente, ai bisogni essenziali con una consapevolezza di Caring intenzionale, amministrando “l’essenziale dello human care” che potenzia l’allineamento di mente – corpo – spirito, l’interezza in tutti gli aspetti di cura.

10.   Tener conto delle forze esistenziali-fenomenologiche

 Essere aperti e prestare attenzione alle dimensioni misteriose e sconosciute della vita, sofferenza e morte del singolo; alla cura dell’anima per sé stessi e per coloro di cui ci si prende cura; “consentire ed essere aperti ai miracoli”.

Tabella 1. Dai Carative Factor ai Processi Caritas.

Fig.2 Pablo Picasso, Ciencia y Caridad, 1897, Olio su tela, 197 x 249,5 cm, Museu Picasso, Barcellona.

La Watson ridefinì i Carative Factor trasferendoli in Processi Caritas. Gli originali rimangono il nucleo centrale strutturale della teoria che consente la sua evoluzione negli aspetti più fluidi del modello catturato dai dieci Processi Caritas. Spostò il concetto di Carative dalle scienze infermieristiche in sé alla scienza assistenziale. Ciò che emerge in questo passaggio dai Carative Factor verso i Processi Caritas è il riconoscimento di una forma più profonda di assistenza. Durante lo svolgimento del lavoro e quando l’infermiere si sta evolvendo, tramite l’esperienza, si riesce a scoprire che il professionista più evoluto è colui che agisce secondo lo spirito della Caritas, o come quel qualcuno che sta coltivando le pratiche dell’assistenza infermieristica fondata sulla Caritas stessa. Non appena si verificò questo spostamento, si rese necessario un nuovo vocabolario per questo nuovo fenomeno. (6) Emersero alcuni principi fondamentali della Caritas che aiutarono a distinguere le differenze fondamentali tra le nozioni con la Carative:

  • Pratica della gentilezza amorevole e della serenità.
  • Presenza autentica: far esprimere la profonda convinzione dell’altro.
  • Coltivare la propria pratica spirituale, oltre l’ego.
  • “Essere” l’ambiente di assistenza-guarigione.
  • Ammettere i miracoli.

 

Processi Caritas

L’obiettivo dell’evoluzione verso i processi Caritas è di migliorare il linguaggio, semplificandolo, per comprendere a pieno l’assistenza a un livello più profondo, sia essere una guida per sostenere e informarsi circa l’intenzione e la coscienza che stanno dietro ai Carative Factor originali. (7)

 Nel suo libro “Assistenza infermieristica: filosofia e scienza del Caring”, la Professoressa Jean Watson spiega come si modifica ogni suo CARATIVE FACTOR alla luce della scienza assistenziale.

  • Dal CARATIVE FACTOR, sistema di valori umanistico-altruistico, al PROCESSO CARITAS, coltivare la pratica della gentilezza amorevole e della serenità verso sé stessi e gli altri come fondamentale per la Caritas

Questo processo richiede agli infermieri di partecipare all’auto-assistenza e alle pratiche o azioni che possono aiutare la loro personale crescita di coscienza per una maggiore realizzazione nella vita e nel lavoro. Questo nuovo ruolo dell’assistenza e professione infermieristica Caritas permette di cambiare la visione della salute e della guarigione dell’uomo attraverso l’impegno nel servizio a sé stesso e alla società. Si cerca di migliorare il linguaggio verso il paziente, di essere più vicino ad esso utilizzando un linguaggio non clinico, che ci permette di comunicare in modi differenti, al fine di evitare parole che non trasmettono la nostra umanità.

Questo modello ci fa fermare nei momenti più frettolosi e tormentati della pratica assistenziale. Fa riflettere, porta calma, toni rassicuranti e amorevoli in mezzo alla malattia, dolore e sofferenza. Per riflettere su questi aspetti ci vogliono capacità, profondità di intuizione e saggezza. (8)

  • Dal CARATIVE FACTOR, istillare la fede e la speranza, al PROCESSO CARITAS, essere autenticamente presente; abilitare, sostenere e onorare la fede, la speranza, il sistema di credenza profonda e la vita del mondo interiore di sé/dell’altro.

“Se perdete la speranza, in qualche modo perdete la vitalità che mantiene la vita in movimento, perdete il coraggio di essere, quella qualità che vi aiuta ad andare avanti nonostante tutto.”

Martin Luther King Jr.

Fig.3 Pablo Picasso, Poveri in riva al mare, 1903, Olio su tela, 105 x 69 cm, Cleveland Museum of Art, Cleveland

La condizione di vita di un’altra persona potrebbe rispecchiare una qualsiasi delle nostre, suscitando compassione e comprensione profonda. Secondo la Watson tutti noi siamo vincolati dal bisogno di fede e speranza per superare le difficoltà e i problemi dell’esistenza umana.

Gli infermieri che praticano assistenza non possono ignorare l’importanza della speranza, della fede e il ruolo che esse svolgono nella vita delle persone, soprattutto quando si trovano di fronte alle incognite, ai misteri, alle crisi della malattia, al dolore, alla morte, alla disperazione e alla sofferenza. Spesso, solo per il fatto di essere presenti per un’altra persona, si può diventare speranza per chi è isolato, abbandonato nella “prigione” della propria disperazione e malattia. Quindi si può essere colui che fa la differenza tra la speranza e la disperazione. Nuove ricerche, sulla preghiera, sulla guarigione a distanza e su fenomeni correlati alla fede e alla speranza, dimostrano come queste nuove dimensioni stanno assumendo importanza ed efficacia nella guarigione. Questi trattamenti avvengono attraverso la preghiera e attraverso le parole, con la suggestione, il potere dei pensieri, la visualizzazione, le immagini e la convinzione che trascende il tempo e la scienza.

Quando le persone sono malate, o minacciate, o in crisi, si “chiudono internamente”, facendo ricorso soggettivamente al loro sistema di profonda convinzione interiore, indipendentemente dal fatto che sia “razionale” o “irrazionale”.

Nella Caritas consciousness l’infermiere onora e cerca di scoprire ciò che è significativo e importante per la persona. Le credenze di questa persona non sono mai abbandonate o liquidate come insignificanti nel trattamento e nel processo di assistenza. Infatti, esse sono incoraggiate, rispettate e abilitate come significative nel promuovere la guarigione e l’integrità, indipendentemente dalla diagnosi medica, dalla situazione e dai risultati di cura. L’infermiere sa che il potere di guarigione della fede e speranza non può essere trascurato, ma deve essere integrato nella relazione e nelle pratiche assistenziali. (9)

 

  • Dal CARATIVE FACTOR, coltivare la sensibilità verso sé stessi e gli altri, al PROCESSO CARITAS, coltivare le proprie pratiche spirituali e l’io transpersonale, andando oltre l’io-ego. (10)

 

Questo processo Caritas rappresenta l’andamento dei propri bisogni interiori, la capacità di ascoltare la calma voce interiore, che si collega con la nostra più profonda fonte di risveglio dell’essere e divenire. Bisogna prestare attenzione e coltivare la propria crescita spirituale, l’intuizione, la consapevolezza e la dimensione spirituale della vita. È complicato essere sensibili verso sé stessi e verso gli altri. Il processo per sviluppare la nostra sensibilità e la necessità di pratiche spirituali è quello di prestare attenzione ai sentimenti e ai nostri pensieri, siano essi spiacevoli o felici. La fonte di maturità, saggezza, riflessione, intuizione e consapevolezza per lo sviluppo di una coscienza evoluta è dentro sé stessi, perciò, per trovare le soluzioni ai propri problemi bisogna cercare nel proprio Io. Se un infermiere non è sensibile nei confronti dei propri sentimenti è difficile che lo sia verso un’altra persona. Questo processo di continuo sviluppo spirituale è il fondamento dell’assistenza, della compassione e delle connessioni interpersonali da uomo a uomo. (11)

 

  • Dal CARATIVE FACTOR, sviluppare un rapporto di aiuto-fiducia, al PROCESSO CARITAS, sviluppare e sostenere un rapporto di aiuto-fiducia assistenziale. (12)

Lo sviluppo sincero di una relazione assistenziale richiede delle capacità e delle competenze ontologiche assistenziali umane, implica andare in profondità della nostra umanità. Sono dei processi dell’essere-divenire sempre più umani, compassionevoli, consapevoli e attenti verso il nostro dilemma umano e quello degli altri. Si tratta della presenza umana dell’ascoltare e sentire in modo autentico, dell’essere presenti per l’altro in un dato preciso momento. Questo tipo di competenze e abilità nel mettersi in relazione con l’altro generano fiducia e sicurezza.

Uno dei principali compiti della pratica professionale è come tradurre la propria auto-consapevolezza, sensibilità e coscienza amorevole in una pratica morale consapevole che sia in relazione con gli altri. Tra i numerosi problemi che possono scaturire durante l’assistenza infermieristica sottolineiamo l’incapacità di stabilire un rapporto, non riuscire a relazionarsi o a creare un’alleanza terapeutica con l’altro. L’infermiere che riesce a dimostrare l’autenticità e la reale onesta assistenza è più probabile che riesca a stabilire un rapporto di fiducia instaurando una relazione di Caring. Quando si è in grado di impegnarsi nell’essere presenti e ascoltare veramente la storia di un’altra persona si può dare molto. È in quel momento che l’altro è più propenso a parlare di questioni personali, di ciò che davvero lo preoccupa dietro le parole superficiali o i comportamenti mostrati. (13)

  • Dal CARATIVE FACTOR, promozione e accettazione della manifestazione di sentimenti positivi e negativi, al PROCESSO CARITAS, essere presenti e sostenere l’espressione di sentimenti positivi e negativi.

L’essere presenti e il permettere l’espressione costruttiva di tutti i sentimenti porta a creare la base di fiducia. Quando si è in grado, attraverso la propria conoscenza Caritas, di entrare nello spazio vitale di un altro, collegandosi con la vita del mondo interiore soggettivo delle emozioni e dei pensieri, ci si collega con lo spirito più profondo di sé stessi e dell’altro. Un individuo cerca solitamente la coerenza e l’armonia tra i pensieri e le emozioni più disparate; si ricerca la coerenza con l’intento di trovare un senso, un equilibrio nella vita e nel mondo. Quando è presente l’incoerenza o la dissonanza ci si aggrava, si diventa più ansiosi, timorosi, confusi, stressati. L’incoerenza e la dissonanza emotivo-cognitiva possono influenzare gli atteggiamenti, la comprensione della realtà e il comportamento. Spesso il problema principale nella costruzione dei rapporti assistenziali si manifesta quando qualcuno reagisce negativamente, quando le emozioni e il comportamento dell’altra persona sembrano “non razionali”, minacciosi o inappropriati per la situazione creatasi. È proprio in questi casi che la presenza, l’apertura e l’accettazione entrano in gioco in maniera determinante. La persona deve essere aiutata a svuotare e a rilasciare i sentimenti momentanei negativi, senza alcun giudizio, che contribuiscono alla confusione, alla paura, alla rabbia, e altri sentimenti negativi. Ciò genera fiducia reciproca e comprensione. Questo processo costituisce il nucleo fondamentale per sostenere l’autenticità del rapporto di assistenza e afferma la comune umanità in quel dato momento.

L’infermiere che ha coscienza Caritas è sufficientemente consapevole e sicuro di sé da permettere all’altra persona di rischiare di esprimere i propri sentimenti. Il rapporto di assistenza, così, passa a un livello più profondo, più onesto e autentico. (14)

  • Dal CARATIVE FACTOR, uso sistematico del metodo scientifico del problem-solving per la presa di decisioni, al PROCESSO CARITAS, uso creativo di sé e di tutti i modi di conoscere come parte del processo di assistenza; impegnarsi nell’arte dell’assistenza infermieristica Caritas.

Gli obiettivi dell’assistenza infermieristica e della scienza assistenziale sono offrire un’assistenza umana di qualità. Per fornire un’assistenza di qualità è richiesto l’impegno formale del processo di problem-solving e l’utilizzo della logica cognitiva e razionale, insieme a tutti i modi del conoscere.

Oggi c’è grande attenzione alla “pratica basata sulle prove di efficacia”. La medicina basata sulle prove di efficacia, EBM, che ha influenzato l’assistenza infermieristica, EBN, deriva da studi clinici controllati e da concetti statistici.

Il processo Caritas onora e utilizza il processo di assistenza creativo e individualizzato che attinge da tutti i modi del conoscere, essere e fare. Il processo Caritas integra e viene informato dalle migliori fonti di evidence.

La complessità dell’attività decisionale e dell’agire all’interno dei processi di Caritas richiede pensiero critico e l’uso di prove scientifiche. Richiede attenzione e orientamento che rendano esplicito il pensiero critico, così da rendere un’attività di problem-solving sintetizzato e finalizzato a una situazione di assistenza individualizzata nei confronti di un paziente reale.

L’infermiere della Caritas presta attenzione alle migliori fonti di tutte le prove conosciute, non soffocate da un approccio limitato, a senso unico.

L’assistenza infermieristica per essere considerata una scienza dentro l’ampio contesto etico e filosofico deve operare all’interno di un metodo scientifico stabilito ma deve anche conoscere ed essere aperta ad altri modi e agli attuali cambiamenti nel campo della scienza e dei metodi in generale. (15)

  • Dal CARATIVE FACTOR, promuovere l’insegnamento e l’apprendimento interpersonale, al PROCESSO CARITAS, coinvolgersi in un’esperienza genuina di insegnamento-apprendimento che presti attenzione all’unità dell’essere e al significato soggettivo, cercando di rimanere entro il sistema di riferimento dell’altro.

Spesso si tende, durante l’insegnamento, a spiegare solamente approcci di auto-assistenza e trasmettere le informazioni. Si trascurano gli aspetti dialettici e transpersonali dell’insegnamento-apprendimento e l’importanza della relazione di assistenza. La natura della relazione, così come la forma e il contesto dell’insegnamento, influiscono sul processo di apprendimento. La disponibilità della persona a ricevere le informazioni sono variabili critiche. La parola “compliance” è utilizzata in relazione alla persona che segue attentamente le informazioni fornite. Il modello Caritas di insegnamento-apprendimento non si basa sul concetto di “compliance”, in quanto un autentico processo relazionale non è un professionista che impiega l’autorità e una posizione professionale superiore con un approccio autoritario di controllo e di potere sull’altro. Il processo Caritas di insegnamento è più relazionale, fiducioso, coinvolgente e liberatorio per il paziente. L’infermiere di Caritas aiuta l’altro a generare il proprio problem-solving, a prendere le decisioni e le soluzioni migliori per sé stesso. Un processo di insegnamento Caritas dipende dalle capacità dell’infermiere di rilevare accuratamente i sentimenti, i pensieri e l’umore dell’altro e in seguito accedere alle percezioni, preoccupazioni e conoscenze.

Il Caritas coaching, tutor educativo, condivide i modi di vedere l’insegnamento transpersonali e unitari, entra in maggior profondità nel lavoro all’interno del sistema di riferimento dell’altra persona. Si aiuta la persona a scoprire il proprio sistema di sostegno, si aiuta l’altro ad affrontare il lato oscuro delle abitudini e i modi di pensare negativi e a scoprire le sue forze e doti naturali interiori.

Fig.4 Teorica Jean Watson. www.watsoncaringscience.org

Il lavoro del Caritas coaching è di far diventare la persona il miglior risolutore dei problemi di sé stesso. Così l’allenamento della Caritas è un modello molto diverso rispetto agli approcci convenzionali di insegnamento-apprendimento nei quali colui che ha l’autorità e la conoscenza trasferisce le informazioni e i contenuti a un altro, spesso senza comprensione. (16)

 

  • Dal CARATIVE FACTOR, intervenire sull’ambiente in modo che sostenga, protegga e/o corregga dal punto di vista mentale, fisico, sociale e spirituale, al PROCESSO CARITAS, creare un ambiente che guarisca a tutti i livelli.

 

  • Comfort

Gli interventi di comfort possono rappresentare un sostegno, una protezione e agire anche come una correzione dell’ambiente interiore ed esteriore della persona. Comfort, comporta anche il controllo del dolore e della sofferenza umana, che sono molto soggettivi e influenzati dall’esperienza del paziente, dal sistema di credenze e dal significato del dolore.

L’apprezzamento dell’infermiere, il rispetto e il riconoscimento del significato spirituale del dolore e della sofferenza nella vita di una persona sono di per sé stessi una forma di conforto.

  • Sicurezza

La sicurezza è una componente fondamentale dell’assistenza infermieristica professionale e dei processi di Caritas. Le preoccupazioni sulla sicurezza riguardano tutte le attività dell’infermiere relative al sostegno, alla protezione e agli interventi sull’ambiente per favorire la guarigione a tutti i livelli.

Mantenere la sicurezza è particolarmente cruciale per coloro che sono malati, confusi, ansiosi o hanno timore per la perdita del controllo del loro ambiente.

  • Privacy e dignità umana

Le preoccupazioni sulla propria privacy e sulla perdita della propria dignità sono molto presenti in ambiente ospedaliero. La spersonalizzazione, le domande personali, le procedure e i trattamenti intimi legati con l’ospedalizzazione aumentano questa preoccupazione. Mantenere la privacy conserva la dignità umana e l’integrità del paziente. Le esigenze di privacy e la dignità umana si sovrappongono in quanto provvedere a questi bisogni è una funzione molto importante per il comportamento umano e la conservazione dell’unica umanità e integrità dell’Io e dell’altro.

  • Ambienti puliti ed estetici

Le condizioni ambientali pulite sono un elemento fondamentale del Carative Factor. La stessa Florence Nightingale sottolinea già nel diciannovesimo secolo l’importanza di lavorare in un ambiente pulito per promuovere la guarigione, il controllo del rumore, del suono, l’aria, i servizi igienici, la pulizia, la natura, la musica, i colori e così via.

Vi è spesso un bisogno di ordine, bellezza, simmetria come mezzo di collegamento con l’anima umana. Gli aromi piacevoli, i colori ed elementi sensoriali gradevoli abbassano la pressione del sangue e la frequenza cardiaca.

Fig.5 Edvard Munch, Death in the Sickroom, 1895, Pittura ad olio, 125,5 x 169,5 cm, The Munch Museum, Oslo.

L’ambiente assume un significato completamente nuovo in cui l’infermiere è nell’ambiente e affronta tutti gli aspetti dell’ambiente. Nel processo Caritas l’infermiere diventa l’ambiente stesso. Il serbare pensieri autentici, sinceri e positivi, come la gentilezza amorevole, l’assistenza, da parte dell’infermiere, aiuta a un livello più elevato rispetto all’avere dei pensieri di livello più basso, come la rivalità, la paura, l’ansia e l’ostilità. Così, l’infermiere della Caritas, diventa allora davvero l’ambiente, influenzando direttamente l’intero campo. (17)

 

  • Dal CARATIVE FACTOR, aiutare nel soddisfacimento dei bisogni umani, al PROCESSO CARITAS, dispensare gli atti sacri infermieristici di assistenza-guarigione prendendosi cura dei bisogni umani fondamentali.

 

Gli infermieri hanno l’onore di aiutare gli altri a soddisfare i loro bisogni umani più fondamentali, soprattutto quando sono in una condizione di vulnerabilità e fragilità. La professione infermieristica ha la responsabilità di occuparsi di ciò che va al di là della soddisfazione dei bisogni. Si occupa di ciò che è legato allo spazio che migliora la vita, interessandosi e creando luoghi in cui si possono trovare calma e riposo, che possa essere chiamata “dimora”.

In questo modello di assistenza infermieristica Caritas si rende esplicito che, quando si tocca un’altra persona, non si sta toccando solo il corpo fisico ma anche lo spirito.

La Watson elabora un modello che integra i bisogni tradizionali al processo Caritas che è pensato come arti sacre dell’assistenza infermieristica. Gli infermieri hanno la posizione privilegiata di entrare nelle condizioni ambientali private e fisiche di un’altra persona così come di avere accesso al suo spazio privato, sacro, corporeo, fisico e personale. Quando la persona è vulnerabile, malata, incapace, sofferente, confusa e dipendente, gli infermieri della Caritas gli prestano assistenza con uno spirito di gentilezza amorevole, con una coscienza intenzionale di dignità e rispettando l’altro. (18)

 

  • Dal CARATIVE FACTOR, tener conto delle forze esistenziali-fenomenologiche, al PROCESSO CARITAS, aprirsi e occuparsi delle incognite spirituali/misteriose ed esistenziali della vita e della morte.

 

La Professoressa Watson pone al centro di questo processo Caritas la non conoscenza di tutte le risposte alla vita e alla morte perciò ritiene fondamentale essere aperti alle incognite che non si possono controllare, ammettendo, quindi, l’esistenza dei “miracoli”.

All’interno del modello infermieristico di coscienza della Caritas, l’infermiere è aperto e “ammette il miracolo”, sostenendo la speranza del paziente di ottenerlo. L’infermiere che ha coscienza della Caritas è aperto anche ad altri eventi di ordine superiore, anche in mezzo alla scienza moderna e a un trattamento tangibile.

Il cambiamento improvviso di vita come risultato di una nuova diagnosi, di una malattia o di una circostanza improvvisa di vita-morte rende necessario un riesame complessivo della propria vita: sorgono domande su che cosa sia più importante. Ciascuno risponde in modo diverso a seconda delle sue esperienze, sistema di credenze, percezioni, coraggio, determinazione, tutti elementi che danno la forza per affrontare la vita e le vicissitudini di cambiamento.

Le lotte personali e le crisi interne nella propria vita e salute non rientrano in alcuna categoria di scienza medica moderna. È la scienza dell’assistenza che può offrire un altro modo di vedere l’umanità e la condizione umana dell’essere nel mondo.

Questo processo Caritas invita a un’apertura verso i misteri, i miracoli e un ordine superiore e più profondo dei fenomeni della vita che non può essere compreso con il pensiero e la mentalità solita. (19)

Fig.6 Edvard Munch, Melancholy, 1891, Pittura ad olio, 72 x 98 cm, Collezione privata.

 

Bibliografia

  1. Watson J. Assistenza infermieristica: filosofia e scienza del caring. Casa editrice Ambrosiana, 2013: 34.
  2. Watson Caring Science Institute.

https://www.watsoncaringscience.org/jean-bio/publications/#books

Consultato il 27 settembre 2019.

  1. Marriner A. I teorici dell’infermieristica e le loro teorie. Casa editrice Ambrosiana, 1989: 160-2.
  2. Watson J. Assistenza infermieristica: filosofia e scienza del caring. Casa editrice Ambrosiana, 2013: 16.
  3. Rosa W, Estes T, Watson J. Caring Science Conscious Dying: An Emerging Metaparadigm. Nursing Science Quarterly, 2017. Vol. 30(1) 58–64.
  4. Watson J. Assistenza infermieristica: filosofia e scienza del caring. Casa editrice Ambrosiana, 2013: 28-30.
  5. Rosa W, Estes T, Watson J. Caring Science Conscious Dying: An Emerging Metaparadigm. Nursing Science Quarterly, 2017. Vol. 30(1) 58–64.
  6. Watson J. Assistenza infermieristica: filosofia e scienza del caring. Casa editrice Ambrosiana, 2013: 41-3.
  7. Watson J. Assistenza infermieristica: filosofia e scienza del caring. Casa editrice Ambrosiana, 2013: 54-6.
  8. Masera G. Parole e gesti di cura. Casa editrice Effatà, 2017: 59-64.
  9. Watson J. Assistenza infermieristica: filosofia e scienza del caring. Casa editrice Ambrosiana, 2013: 59-60.
  10. Masera G. Parole e gesti di cura. Casa editrice Effatà, 2017: 55-59.
  11. Watson J. Assistenza infermieristica: filosofia e scienza del caring. Casa editrice Ambrosiana, 2013: 64-5.
  12. Watson J. Assistenza infermieristica: filosofia e scienza del caring. Casa editrice Ambrosiana, 2013: 90-1.
  13. Watson J. Assistenza infermieristica: filosofia e scienza del caring. Casa editrice Ambrosiana, 2013: 97-102.
  14. Watson J. Assistenza infermieristica: filosofia e scienza del caring. Casa editrice Ambrosiana, 2013: 113-4.
  15. Watson J. Assistenza infermieristica: filosofia e scienza del caring. Casa editrice Ambrosiana, 2013: 117-23.
  16. Watson J. Assistenza infermieristica: filosofia e scienza del caring. Casa editrice Ambrosiana, 2013: 130-1.
  17. Watson J. Assistenza infermieristica: filosofia e scienza del caring. Casa editrice Ambrosiana, 2013: 171-2.
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