Composti anti-senescenza

Un potenziale approccio nutraceutico per un invecchiamento in buona salute

Felicia Gurau, Giulia Matacchione, Fabiola Olivieri
Laboratorio di Patologia Sperimentale
Dipartimento di Scienze cliniche e molecolari – DISCLIMO
Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università Politecnica delle Marche

Le cellule senescenti sono in parte responsabili del processo di invecchiamento umano, alimentando uno stato pro-infiammatorio cronico-sistemico. I polifenoli contenuti nei cibi  potrebbero favorire  un invecchiamento in buona salute, riducendo gli effetti deleteri delle cellule senescenti

Premessa

Il desiderio di un’eterna giovinezza rappresenta una costante nella storia dell’umanità. L’aumentata aspettativa di vita nei paesi industrializzati ha determinato, purtroppo, anche un significativo aumento dell’incidenza di malattie età-associate (Age-Related Diseases, ARDs), quali le malattie neurodegenerative, il diabete, le malattie cardiovascolari e i tumori. La ricerca dei meccanismi che promuovono l’invecchiamento umano ha di recente evidenziato come il numero delle cellule senescenti (senescent cells, SC) tenda ad aumentare con l’età e come il loro caratteristico fenotipo secretorio (senescence–associated secretory phenotype, SASP), sia in grado di alimentare lo stato pro-infiammatorio cronico-sistemico, definito con il termine “inflammaging”, che caratterizza l’invecchiamento umano, compromettendo la capacità rigenerativa delle cellule staminali e aumentando di conseguenza il rischio di sviluppare le ARDs. La ricerca si è quindi focalizzata sull’identificazione di molecole, sia di sintesi che naturali, quali quelle contenute ad esempio nei cibi, capaci o di eliminare le cellule senescenti (senolitici) o almeno di ridurne il fenotipo secretorio (anti-SASP). In particolare, dato che le SC promuovono la propagazione dell’infiammazione a livello sistemico attraverso stimoli pro-ossidanti e pro-infiammatori, gli alimenti ricchi di polifenoli, sostanze naturali che esercitano azioni antiossidanti e anti-infiammatorie, potrebbero essere considerati “cibi anti-senescenza”, avvalorando l’ipotesi di n approccio nutraceutico per promuovere un invecchiamento in buona salute. Abbiamo quindi discusso i principali effetti benefici degli alimenti ricchi di polifenoli in relazione alla loro capacità di modulare i generi batterici presenti nell’intestino umano, fenomeno coinvolto nella modulazione dell’inflammaging.

1. Introduzione

L’invecchiamento è il risultato di una continua interazione tra il patrimonio genetico del singolo individuo ed i fattori ambientali, caratterizzato dalla progressiva perdita di funzionalità a livello di cellule, tessuti ed organi (1). Le condizioni di vita sempre più favorevoli soprattutto in termini di disponibilità di cibo e cure mediche, hanno contribuito a prolungare l’aspettativa di vita in tutti i paesi industrializzati, determinando un aumento significativo della percentuale della popolazione anziana. Tuttavia, l’invecchiamento si associa ad un aumentato rischio di sviluppare patologie croniche, non solo singolarmente ma anche in associazione (2). L’andamento del processo di invecchiamento non è uniforme in tutti i soggetti; alcune persone raggiungono le età più avanzate in condizioni di salute relativamente buone (3). Queste osservazioni stimolano le indagini su come la traiettoria dell’invecchiamento possa essere intercettata per prevenire o ritardare lo sviluppo di ARDs, migliorando lo stato di salute e riducendo la morbilità. Gran parte del lavoro di ricerca svolto fino ad oggi si è concentrato sugli interventi contro i comuni fattori di rischio per le ARDs, quali l’ipertensione e i livelli elevati di glucosio, colesterolo e trigliceridi. Tuttavia, la strategia più efficace sarebbe quella di andare a modulare i meccanismi molecolari condivisi da tutte le ARDs, piuttosto che cercare di impedire l’insorgenza delle differenti patologie separatamente (4). Chiaramente, per poter applicare questa strategia, occorre conoscere nel dettaglio i meccanismi molecolari che promuovono l’invecchiamento. Gli studi finora condotti in questo senso, hanno evidenziato l’importanza dello stile di vita, inclusa la nutrizione e l’attività fisica, per migliorare la salute negli esseri umani.
Dal punto di vista cellulare, l’aumento del numero di cellule senescenti (SC) presenti nei tessuti durante l’invecchiameto contribuisce a propagare ed alimentare l’inflammaging, che rappresenta ad oggi il fattore di rischio condiviso dalle più comuni ARDs (5). Da quanto detto consegue che le SC potrebbero essere bersagli innovativi di farmaci per la prevenzione o il trattamento dell’ARDs.
Numerosi composti naturali e sintetici presentano potenziale atitività anti-senescenza. Di seguito riassumeremo i vantaggi e gli svantaggi dell’utilizzo di composti naturali per contrastare o ritardare la senescenza cellulare e quindi l’invecchiamento umano.

I polifenoli (polyphenols, PP) (elencati in figura 1A, tratta da Gurau et al., 2018 ref. N 6) insieme ad altre sostanze naturali (elencate in figura 1B, tratta da Gurau et al., 2018 ref. N 6) sono composti naturali con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie che potrebbero essere sfruttate per contrastare i meccanismi attraverso cui le SC diffondono l’infiammazione a livello sistemico (6). Di conseguenza, i cibi ricchi di PP potrebbero avere effetti “anti-senescenza” Al fine di avvalorare tale ipotesi, nel presente articolo, abbiamo analizzato e discusso i loro effetti benefici in modelli cellulari e animali. Inoltre, per valutare i meccanismi coinvolti nelle presunte proprietà pro-longevità degli alimenti ricchi di PP, abbiamo trattato l’interazione di PP con il microbiota intestinale in modelli animali e nell’uomo. Infine, abbiamo fornito informazioni su alcuni dei PP alimentari più conosciuti, al fine di stimolare il consumo di alimenti ricchi di PP. Queste informazioni sono state ottenute utilizzando una banca dati disponibile online, Phenol-Explorer (http://phenol-explorer.eu/) che raccoglie dati su fenoli naturali e PP trovati negli alimenti e sui metaboliti dei PP analizzati nei modelli animali e nell’uomo.

2. Senescenza cellulare e fenotipo SASP

Oltre all’arresto irreversibile del ciclo cellulare, la cellula senescente acquisisce il fenotipo SASP, caratterizzato da una potente azione pro-infiammatoria (7). Il secretoma dele cellule senescenti è composto da un elevato numero di fattori (che differiscono in relazione al tipo di cellula e agli agenti stressogeni coinvolti), che possono alterare il microambiente. Tra le centinaia di molecole che possono essere rilasciate, alcune citochine ed chemochine, quali IL-1 α e β, IL-6, IL-8, TGF-β e TNF-α sono le più studiate (8). Alcune di queste molecole possono indurre o rinforzare il fenotipo senescente agendo in maniera autocrina e paracrina, diffondendo cioè la senescenza attraverso un “effetto bystander”. Il pathway molecolare maggiormente coinvolto nell’insorgenza del fenotipo SASP è quello che porta all’attivazione di NF-kB, il fattore trascrizionale che attiva l’inflammosoma, promuovendol’attivazione delle cellule inmmunitarie.

La dimostrazione che l’eliminazione delle cellule senescenti è sufficiente per ritardare lo sviluppo delle ARDs ed estendere l’aspettativa di vita nei topi, ha favorito l’intensificarsi delle ricerche sui pathways responsabili dello sviluppo delle cellule senescenti e sui meccanismi molecolari che governano il fenotipo SASP: tali ricerche stanno anche favorendo lo sviluppo di nuove applicazioni terapeutiche per eliminare le cellule senescenti e/o attenuare gli effetti sistemici e locali del SASP (9).

3. Molecole naturali con effetto anti-senescenza

Numerose sostanze presenti in natura che possono interagire con i processi biologici vengono indicate come composti bioattivi; in particolare quelle contenute nei cibi sono chiamate “nutraceutici”. Tuttavia, sebbene per la stragrande maggioranza dei nutrienti sia noto da molto tempo il loro effetto sulla salute umana, sono scarsamente noti i meccanismi molecolari attraverso cui essi agiscono. Diversi composti bioattivi possono agire come modulatori epigenetici, influenzando l’espressione genica, la condensazione della cromatina, la metilazione del DNA e l’espressione di RNA non codificanti (miRNAs, siRNAs, piRNAs) (10). I cibi ricchi di polifenoli possono modulare l’attività di enzimi coinvolti nelle modificazioni epigenetiche e poiché i meccanismi epigenetici hanno un ruolo chiave nell’invecchiamento, l’ipotesi che alcune sostanze naturali possano modulare la senescenza cellulare è attualmente condivisa da molti ricercatori (11). Le informazioni sugli effetti anti-invecchiamento di sostanze naturali e sintetiche sono disponibili su Geroprotectors and DrugAge (http://genomics.senescence.info/drugs/index.php; http://geroprotectors.org/).

3.1 Molecole naturali con proprietà senolitiche

L’ipotesi che i composti bioattivi contenuti nei cibi possano contribuire a ritardare i processi dell’invecchiamento attraverso la modulazione del fenotipo SASP, apre la strada a nuove strategie terapeutiche anche nell’uomo. Numerose evidenze dimostrano l’effetto anti-SASP di alcune sostanze naturali, mentre i dati riguardo alla loro attività senolitica sono ancora limitati.

3.2 Tocotrienoli

I tocotrienoli, i membri della famiglia della vitamina E meno conosciuti, possiedono proprietà antiossidanti ben definite e modulano la risposta immunitaria e l’apoptosi. Recentemente, è stata scoparta la loro proprietà senolitia. Esercitano due effetti complementari: stimolano la senescenza nelle cellule cancerose, riducendo così la loro potenziale malignità (12) e rallentano il processo di invecchiamento diminuendo l’accumulo di SC nei tessuti sani.

3.3 Quercetina

I tocotrienoli possono esercitare i loro effetti benefici anche in combinazione con la quercetina, un flavonolo trovato in diversi frutti e verdure; come i tocotrienoli, la quercetina esercita una duplice azione: può indurre la senescenza e promuovere la morte delle cellule senescenti (13).

3.4 Piperlogumina

La piperlogumina è un prodotto naturale del Piper longum, noto per le sue attività antitumorali. Ѐ stato recentemente dimostrato che la piperlongumina provoca la morte preferenziale di fibroblasti umani in senescenza replicativa o indotta da radiazioni ionizzanti, (14).

4. Molecole naturali con proprietà anti-SASP

I polifenoli sono molecole naturali presenti in molti cibi, quali frutta, verdure, tè, vino e cereali. La loro concentrazione dipende da diversi fattori ambientali e procedure di lavorazione, come l’esposizione al sole, piovosità, grado di maturazione, conservazione e processo di cottura. Studi in vitro e in vivo suggeriscono un effetto protettivo dei polifenoli nei confronti del danno correlato ad una eccessiva infiammazione, poiché sono in grado di modulare l’attivazione della maggior parte dei pathways pro-infiammatori, come la fosfolipasi A2, la ciclossigenasi (COX) e l’NF-kB. I potenziali effetti antisenescenti dei polifenoli più studiati e contenuti nei cibi sono brevemente descritti di seguito.

Un elenco degli alimenti contenenti le più alte concentrazioni di polifenoli con potenziale attività anti-senescenza è stato riportato in tabella 1A, mentre in tabella 1B è riportato l’elenco degli alimenti contenenti le più alte concentrazioni di composti bioattivi con potenziale attività anti-senescenza.

 

4.1 La curcumina

La curcumina è un pigmento giallo della pianta di Curcuma longa (curcuma). Ha una serie di effetti farmacologici, tra cui proprietà antiossidanti e antinfiammatorie (15). in modelli animali come C. elegans e Drosophila la curcumina contrasta lo stress ossidativo e la perossidazione lipidica. In alcuni modelli animali, inoltre, è stato osservato che il trattamento con la curcumina modula enzimi importanti coinvolti nella regolazione epigenetica come HDACe le sirtuine (SIRT1). I principali ostacoli che impediscono la sua efficacia sono la sua idrofobicità e la scarsa biodisponibilità. Tuttavia, nuove strategie come micelle contenenti curcumina sono in fase di studio per migliorarne l’assorbimento.

4.2 Quercetina, naringenina, apigenina e kaempferol

Le proprietà antiossidanti della quercetina sono state ampiamente documentate in modelli cellulari (16) e in modelli in vivo quale il Saccharomyces cerevisiae e il C. elegans.

4.3 Resveratrolo e pterostilbene

Il resveratrolo e il suo derivato pterostilbene possiedono effetti anti-invecchiamento poiché proteggono dal danno ossidativo, hanno effetto anti-infiammatorio e anti-senescenza (17). Il resveratrolo è anche in grado di attivare SIRT1, mimando gli effetti della restrizione calorica, ed esercitando così un’azione pro longevità. Tali effetti possono promuovere il miglioramento del metabolismo e nella prevenzione delle ARDs in modelli animali. L’attività neuroprotettiva del resveratrolo e del pterostilbene dimostrata in vitro e in vivo suggerisce un ruolo potenziale nella prevenzione/trattamento della demenza (18).

4.4 Complesso di vitamina B3 e NAD +

La famiglia delle vitamine B3 comprende nicotinamide (niacinamide), niacina (acido nicotinico) e nicotinamide riboside, che sono i precursori della nicotinamide adenina dinucleotide (NAD). La sua forma ossidata, NAD+, è un cofattore cruciale in diversi pathways cellulari, come il metabolismo energetico e lo stress ossidativo (19). Un basso rapporto tra NAD+ e NADH, la sua forma ridotta, favorisce l’insorgenza della senescenza, riducendo la capacità di riparazione del DNA e l’attività di SIRT. Il trattamento con NAD+ promuove la longevità in C. elegans. I livelli di NAD+ diminuiscono con l’età e possono essere cruciali nell’aumentare il rischio di sviluppo di ARDs; il loro ripristino mediante integrazione con intermedi NAD+ potrebbe ridurre tale rischio. La famiglia delle vitamine B3 è contenuta nella carne bianca, nelle arachidi e nei funghi.

5. Altri composti naturali

Altri composti con attività antiossidante nota, inclusi il floroglucinolo, ginsenosidi, oleuropeina, oleaceina e spermidina, potrebbero svolgere un’attività anti-aging (Figura 1B).

5.1 Ginsenosidi

Alcune saponine, come i ginsenosidi, sono state studiate per la loro attività anti-metastatica nel carcinoma mammario. È stato anche suggerito che alcuni ginsenosidi possono prevenire la rottura della matrice di collagene della cartilagine nei pazienti con artrite. I test sulle loro proprietà anti-senescenza hanno rivelato che il ginsenoside Rb1 è in grado di invertire gli effetti deleteri del trattamento con H2O2 su celluel endoteliali umane attraverso una riduzione delle concentrazioni di malondialdeide, un aumento dell’attività del superossido dismutasi, una riduzione dell’attività della β-galattosidasi e l’ induzione di espressione di SIRT1 (20). In studi condotti su modelli murini trattati con D-galattosio, il ginsenoside Rg1 ha mostrato effetti protettivi sui neuroni, sul pancreas e sul rene (21) riducendo i marker di senescenza e il numero di cellule senescenti.

5.2 Oleuropeina e oleacina

L’oleuropeina è un composto fenolico estratto dall’olio e dalle foglie di olivo che esercita effetti anti-infiammatori e antiossidanti, correlati a più generali azioni cardio- e neuroprotettive. Studi in vitro hanno dimostrato effetti anti-senescenza principalmente mediati dall’induzione dell’autofagia.

Gli effetti anti-SASP e senolitici dei composti sintetici e naturali sono riassunti nella figura 2 (tratta da Gurau et al., 2018 ref. N 6)

6. Interazione fra PP e microbiota intestinale

Dati sperimentali ed epidemiologici indicano che le abitudini alimentari e l’esercizio fisico svolgono un ruolo centrale nell’invecchiamento in buona salute, e che alcuni effetti dei nutrienti possono dipendere dall’interazione tra composti naturali e il microbiota intestinale.

I componenti alimentari sono caratterizzati da una interazione a doppio senso con il microbiota: 1) possono modulare direttamente la composizione del microbiota oppure 2) sono catabolizzati dai microbi intestinali rilasciando metaboliti più attivi e più facilmente assorbibili rispetto alle molecole native.

Si stima che solo il 5-10% dell’apporto totale di PP venga assorbito nell’intestino tenue e che il 90-95% si accumuli nell’intestino crasso, dove tali composti subiscono una modificazione enzimatica da parte del microbiota intestinale. Numerosi dati supportano l’ipotesi che il microbiota intestinale sia coinvolto nello sviluppo di ARDs, e che l’effetto anti-senescenza di alcuni composti come i flavonoidi, sia correlata agli effetti di tali molecole sul microbiota (22). A sua volta, il microbiota intestinale può indurre modificazioni epigenetiche, quali alterazioni dello stato di metilazione del DNA e modificazione degli istoni nelle cellule del sistema immunitario. La capacità di alcuni flavonoidi, come la quercetina, il resveratrolo e la catechina, di regolare il microbiota intestinale è stata documentata in modelli animali. Il resveratrolo induce cambiamenti tassonomici e funzionali nel microbiota intestinale di topi obesi, ed il trapianto fecale da topi donatori sani alimentati con resveratrolo ha migliorato l’omeostasi del glucosio nei topi obesi, suggerendo che i cambiamenti mediati dal resveratrolo nel microbioma intestinale possono giocare un ruolo chiave nel meccanismo d’azione del composto. È interessante notare che le mele, che sono ricche di flavonoidi, sono state associate a una riduzione di alcuni marcatori di infiammazione e cambiamenti nel microbiota intestinale di topi sani.

Il microbiota gastrointestinale di adulti sani consiste principalmente di batteri appartenenti ai phyla Firmicutes e Bacteroidetes e, in misura minore, agli Actinobacteria e ai Proteobacteria (23). L’infiammazione può comportare un livello più elevato di aerobiosi e produzione di ROS, che inattivano i Firmicutes, rigorosamente anaerobici e inducono sviluppo di aerobi facoltativi, comunemente denominati “patobionti”, una condizione che si osserva di frequente negli anziani. Studi su modelli animali hanno dimostrato che il resveratrolo modula il rapporto tra Bacteroidetes e Firmicutes.

Uno studio recente descrive la relazione tra metabolismo della quercetina fecale, microbiota umano e assunzione di alimenti in soggetti anziani (24).

Poiché i PP si trovano in alimenti e bevande a base vegetale come mele, bacche e agrumi, prugne e broccoli, l’inclusione di cibi ricchi di fenoli nella dieta è coerente con il consiglio di mangiare cinque o più porzioni di frutta e verdura al giorno.

7 Prospettive future

Una nuova disciplina scientifica, la nutrigerontologia, esamina l’impatto di nutrienti, alimenti, e il rapporto tra macronutrienti e le abitudini alimentari, sulla capacità di invecchiare in buona salute. Questo obiettivo comporta non solo di evitare tutti quei fattori che promuovono la senescenza, ma anche di consumare cibi i cui componenti possono aiutare a ritardare il processo di invecchiamento. Alcuni componenti naturali condividono gli stessi meccanismi di azione con i farmaci convenzionali e le molecole naturali con attività anti-SASP e/o senolitica possono essere assunte attraverso la dieta, quali ad esempio la dieta mediterranea.

Bibliografia

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Polyphenols Common sources Mean content
Quercetin Mexican oregano, dried 42.00 mg/100 g
Black elderberry 42.00 mg/100 g
Capers 32.82 mg/100 g
Cloves 28.40 mg/100 g
Chocolate, dark 25.00 mg/100 g
Onion [Red], raw 1.31 mg/100 g
Bilberry, raw 1.27 mg/100 g
Naringenin Grapefruit, pure juice 1.56 mg/100 ml
Mexican oregano, dried 372.00 mg/100 g
Apigenin Marjoram, dried 4.40 mg/100 g
Italian oregano, fresh 3.50 mg/100 g
Common sage, fresh 2.40 mg/100 g
Olive oil, extra virgin *1.17 mg/100 g
Kaempferol Capers 104.29 mg/100 g
Cumin 38.60 mg/100 g
Cloves 23.80 mg/100 g
Caraway 16.40 mg/100 g
Common bean [Black], whole, raw 1.80 mg/100 g
Curcumin Turmeric, dried *2213.57 mg/100 g
Curry, powder 285.26 mg/100 g
Resveratrol Muscadine grape, red wine 3.02 mg/100 ml
Lingonberry, raw 3.00 mg/100 g
European cranberry 1.92 mg/100 g
Redcurrant, raw 1.57 mg/100 g
Genistein Soy, tofu, fermented *9.68 mg/100 g
Soy, meat *5.22 mg/100 g
Soy, flour *3.62 mg/100 g
Cyanidin Common bean [Black], whole, raw 1.63 mg/100 g
Red raspberry, raw 0.53 mg/100 g
Epigallocatechin 3- O-gallate Tea [Green], infusion *27.16 mg/100 ml
Tea [Black], infusion *9.12 mg/100 ml
Pecan nut 2.30 mg/100 g
Hazelnut, raw 1.10 mg/100 g
Caffeic acid Black chokeberry 141.14 mg/100 g
Spearmint, dried *25.00 mg/100 g
Ceylan cinnamon 24.20 mg/100 g
Star anise 20.20 mg/100 g
Italian oregano, fresh 10.40 mg/100 g
Plum, prune, juice from concentrate 5.10 mg/100 ml
Catechin Cocoa, powder *107.75 mg/100 g
Plum, prune, pure juice 24.70 mg/100 ml
Broad bean seed, whole, raw 12.83 mg/100 g
Pecan nut 7.20 mg/100 g
Wine [Red] *6.81 mg/100 ml
Pistachio 3.50 mg/100 g

Dati dal database Phenol-Explorer (Phenol-Explorer: database online completo sul contenuto di polifenoli negli alimenti http: //www.phenol-explorer.eu.)

a Valore medio da diversi studi

Tabella 1A – Alimenti contenenti le più alte concentrazioni di polifenoli con putativa attività anti-invecchiamento

 

Other bioactive

compounds

Common sources References
Phloroglucinol Secondary metabolite found in a variety of marine organisms, especially brown (Ecklonia stolonifera, Eisenia bicyclis), and bacteria

(Pseudomonas fluorescens)

(Achkar et al., 2005; Balboa et al., 2013)
Ginsenosides Saponins, found in a large amount of ginseng

plants (Panax ginseng)

(Attele et al., 1999)
Oleuropein and

oleacein

Phenolic constituents of olive oil, olive leaves

and argan oil

(Naruszewicz et al., 2015;

Charrouf et al., 2007)

Spermidine Polyamine compound found in high concentrations in dry soybean, chicken liver,

green peas, corn, and shell fish.

(Atiya Ali et al., 2011)
Piperlongumine Natural alkaloid extracted from the fruit of the piper plants (Piper longum). (Wang Y et al., 2016)
Tocotrienols Members of the vitamin E family, which consists of four isomers; α-, β-, δ- and

γ- tocopherols.

(Durani LW et al.,2015)
Urolithins Microflora human metabolites of dietary ellagic acid derivatives, such as ellagitannins. (Xu et al., 2018)
Nicotinamide adenine dinucleotide (NAD+) Cofactor for several biologic pathways such as cellular energy metabolism and oxidative stress. (Fang EF et al., 2017)

Tabella 1B – Alimenti contenenti le più alte concentrazioni di composti bioattivi con putativa attività anti-senescenza

 

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