Erasmus, perché partire

Alessandro Scalise e Arianna Abruzzese.
Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università Politecnica delle Marche.

“Erasmus” (European Region Action Scheme for the Mobility of University Students) è il programma promosso dall’Unione Europea che dal 1987 permette ogni anno a migliaia di studenti di sostenere parte del proprio piano di studi presso un’università estera. Il nome prende ispirazione dal celebre umanista Erasmo da Rotterdam che dedicò la sua vita al viaggio per scoprire nuove culture e perfezionare le proprie conoscenze umanistiche.
Attualmente il programma in vigore si chiama “Erasmus+” ed integra i programmi di studio e lavoro dell’Unione Europea attuati fino al 2013 (Comenius, Leonardo, Grundtvig, Erasmus Mundus, Tempus, Alfa, Edulink).

Erasmus + ed il suo ruolo sociale nella comunità europea
Oggi “Erasmus+” è molto più di un programma di studio: si inserisce in un contesto sociale caratterizzato da problematiche diffuse a livello europeo come la disoccupazione giovanile e la concomitante difficoltà da parte dei datori di lavoro nell’assumere personale qualificato. L’Unione Europea ha voluto rispondere a queste problematiche offrendo, tramite “Erasmus+”, nuove opportunità di studio, stage lavorativi e di volontariato all’estero a studenti e neolaureati di tutta Europa, occupandosi della loro formazione accademica, dando modo di apprendere una nuova lingua e creando dei nuovi contatti non solo tra Atenei di diversa nazionalità, ma anche tra futuri lavoratori ed enti professionali.
Si punta anche al miglioramento dei sistemi di insegnamento includendo anche il personale docente nel progetto.
Inoltre da quest’anno è possibile la partecipazione ai programmi internazionali di volontariato da parte degli studenti delle scuole superiori.

E dopo l’Erasmus?
Il prof. Timothy L. Shaftel (School of Business, Kansas) ha analizzato, insieme al suo team di ricerca, la situazione lavorativa dei laureati ex Erasmus. Attualmente, un ex Erasmus su tre riceve proposte di lavoro nel luogo della residenza all’estero, ha una maggior probabilità di ottenere una posizione gestionale all’interno delle aziende dopo 10 anni dalla Laurea ed impiega mediamente meno di un anno per trovare lavoro. La percentuale di disoccupazione nei 5 anni dopo la Laurea è molto più bassa per chi ha svolto un periodo di studi all’estero, rispetto al resto della popolazione laureata.

L’impegno dell’Univpm nella formazione dei cittadini europei
Il nostro Ateneo ha preso parte al progetto Erasmus nel 1989, appena due anni dopo la sua istituzione da parte dell’Unione Europea. In quell’anno, solo sette studenti lasciarono temporaneamente l’UNIVPM.
Oggi, annualmente, più di 400 ragazzi hanno l’opportunità di partire scegliendo tra quattro programmi di cooperazione internazionale (Erasmus +, Erasmus+ traineeship, Erasmus+, K107, Erasmus Mundus SUNBEAM) e tra più di 300 università partner in tutta Europa.
Il Magnifico Rettore prof. Sauro Longhi ha sottolineato l’importanza delle università come luogo di formazione dei veri cittadini europei. Lo ha ricordato durante l’evento intitolato “30 years of Erasmus story”, tenutosi il 1 giugno 2017 presso la facoltà di Economia (Fig.1).
L’impegno del Rettore e dell’UNIVPM è quello di portare il processo di internazionalizzazione in continua crescita. Questo si traduce nell’attivazione di corsi in lingua inglese, nell’agevolazione economica degli studenti outgoing garantendo un sussidio aggiuntivo ai vincitori della borsa Erasmus e nel migliorare l’integrazione e la qualità di vita degli studenti ingoing garantendo accesso gratuito ai musei (l’UNIVPM rappresenta il primo Ateneo italiano a presentare tale iniziativa) e partecipando all’organizzazione di eventi ricreativi, in stretta collaborazione con l’associazione studentesca ESAn (Erasmus Student Network-Ancona).
Il potenziamento dell’internazionalizzazione riveste un ruolo cardine nel piano strategico di Ateneo per il triennio 2015-2018. L’obiettivo è di ottenere entro il prossimo anno il raggiungimento del 20% dei crediti ottenuti all’estero al fine di portare l’UNIVPM sul podio delle classifiche ministeriali che valutano la qualità degli Atenei.
Questo potrebbe permettere di ottenere un premio in finanziamenti extra di grande importanza. Quest’anno è stato emesso un ulteriore bando al di fuori del progetto Erasmus+, che darà modo a 10 studenti dell’Ateneo di svolgere attività formative (come tesi, tirocinio e frequenza volontaria presso reparti ospedalieri o istituti di ricerca) presso una sede estera a scelta in tutto il mondo.
I primi di loro sono già partiti ai primi di settembre per il Regno Unito, l’Olanda, l’Austria ed altri seguiranno per altre sedi europee e statunitensi. (http://www.univpm.it/Entra/Studio ).

Le nuove opportunità nella Facoltà di Medicina

La Facoltà di Medicina si sta impegnando attivamente per il raggiungimento di questo scopo. Negli anni passati, i corsi di Laurea a ciclo unico e quelli per le professioni sanitarie hanno sempre rappresentato una sfida nell’ambito dei progetti di formazione all’estero per via di numerosi “vincoli” quali la frequenza obbligatoria, i tirocini, i corsi monografici e le propedeuticità, che rendono spesso molto difficile individuare nei corsi delle Università estere un piano di studi sovrapponibile a quelli offerti dall’UNIVPM.
Queste problematiche possono aver contribuito in a mantenere basso il profilo dell’UNIVPM sul fronte della mobilità estera. Il crescente interesse da parte degli studenti nei confronti delle esperienze all’estero, ha fatto nascere negli ultimi anni un’intensa collaborazione tra il Rettore, il Preside prof. Marcello D’Errico, i docenti referenti per la mobilità internazionale e le associazioni studentesche. Questa collaborazione ha permesso di mettere in luce le criticità relative all’applicazione del bando Erasmus+ e di lavorare sulle soluzioni che vengono poi approvate dal Consiglio di Facoltà.
I primi riscontri positivi sono emersi già nel 2015 con l’introduzione di nuove mete per il CLM in Medicina e Chirurgia in Francia (Rouen e Tolosa), in Romania (Brasov) ed in Croazia (Spalato), per un totale di 8 nuove borse disponibili.
Il 2017 ha visto partire 25 studenti di Medicina e Chirurgia e 38 studenti dei corsi triennali. Per il 2018 sono previste ulteriori destinazioni per la Francia (Parigi 3) ed il Belgio (Liegi).
Ulteriore risultato è stato quello di comprendere nel bando non solo i dottorandi ma anche tutti gli iscritti alle Scuole di Specializzazione della Facoltà che rappresentano una importante e fondamentale componente sia a livello assistenziale e soprattutto scientifico nella creazione delle strategie di ricerca e sviluppo.
La nostra Facoltà è attiva anche sul fronte dell’accoglienza di studenti e docenti esteri, solo nel 2017 provenienti da Francia, Belgio, Lituania, Slovenia e Regno Unito.
Si sta lavorando affinché questi contatti si trasformino in nuove opportunità di partenza per i nostri studenti.

Obiettivi futuri
Il nuovo atteggiamento di apertura per promuovere il programma Erasmus+ sta portando ad uno strabiliante aumento della mobilità internazionale di studenti e docenti. In tempi brevi si dimostrerà necessaria la creazione di un “Comitato Erasmus” costituito da docenti, studenti e amministrativi, caratterizzati da diverse competenze ed accomunati da un’ottima conoscenza sul funzionamento dei programmi di scambio Europei.
La realizzazione di un comitato fisso, renderebbe più efficace il processo di implementazione delle reti europee come la rete Erasmus e getterebbe le basi per nuovi progetti di ricerca internazionali.
I nostri studenti che tornano da un’esperienza internazionale si ritengono soddisfatti di aver integrato le conoscenze acquisite nella nostra facoltà ad un nuovo metodo conosciuto all’estero, che li abbia fatti avvicinare di più alla pratica clinica dando loro modo di accrescere la passione nei confronti del mestiere per cui stanno studiando.
Non hanno paura di partire una seconda volta ed affrontare nuovamente l’ostacolo di una lingua straniera, dell’adattamento ad usi e costumi differenti, magari per un progetto di ricerca o per una nuova esperienza lavorativa dopo la Laurea. Lavorare al meglio per favorire i progetti di scambio europei per l’UNIVPM significa accompagnare questi studenti nel loro percorso di formazione non solo come professionisti della salute, ma anche come cittadini europei.

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