Humana salus. Paradigma scientifico e istanze di senso

La matematica è il linguaggio con cui Dio ha plasmato l’universo
(G.Galilei)

Voglio sapere come Dio ha creato questo mondo, voglio sapere i suoi pensieri, tutto il resto è dettaglio (A.Einstein)

Questi appunti muovono da una duplice accezione del termine latino salus, salute e salvezza, entrambe riferite all’essere umano, ma, come è noto, le formule linguistiche seguono percorsi logici che ricalcano, e a loro volta modellano, le storie dei fatti e delle idee.

La nascita della clinica, così come illustrato nel classico di Foucault,  segna un passaggio epocale verso un processo di impossessamento della sfera della vita da parte del paradigma scientifico, interessato a registrare fenomeni, organizzare esperimenti rigorosi, ripetuti nel tempo, definire il mondo in base a tassonomie e nessi causali applicabili alla totalità dei casi, fino a portare a compimento quel processo di generalizzazione dell’essere umano, di cui la società stessa, nella sua natura sui generis, è artefice. Se da una parte la prospettiva scientifica  si sdogana definitivamente, almeno nei suoi principi programmatici, da ogni sorta di commistione con aspetti magici o religiosi, ponendosi (seguendo Frazer) come apice definitivo di un presunto percorso in progress, resta comunque  il vuoto dell’enigma umano, questo mistero che oscilla tra l’anima e la macchina.

Da un lato la medicina scientifica, sempre più impersonale e tecnicistica, con le sue promesse di cure avanzate e di guarigioni, insieme alle ultime frontiere  delle neuroscienze che si propongono di individuare le architetture fisiologiche dei processi psichici, fino alla sfida estrema di spiegare l’ontologia della coscienza.

Dall’altro la persistenza dell’umano, i sentimenti  soggettivi della salute e della malattia, e soprattutto il bisogno di senso. Alla medicina viene spesso richiesto impropriamente anche un compito di rassicurazione esistenziale, un tempo monopolio delle Weltanshauungen  magiche e religiose, ma l’obiettivo auspicabile sarebbe quello, forse più umile, di riconquistare, dialogando con le filosofie e con le scienze umane, un senso di attenzione per la salute che è equilibrio olistico di ogni specifico  individuo rispetto alle sue componenti interne, psichiche e somatiche, e nelle relazioni affettive e, più generalmente, sociali, attraverso rappresentazioni evolute e consapevoli di sé e degli “altri”.

Per il resto, per tutto ciò che sfugge alle spiegazioni, o che non appare riconducibile all’interno di orizzonti umani, la questione rimane assolutamente sospesa ……

Salvador Dalì, Cristo di San Giovanni della Croce, 1951

Figura 30 – Salvador Dalì, Cristo di San Giovanni della Croce, 1951

Riferimenti bibliografici

  • Foucault, Nascita della clinica. Il ruolo della medicina nella costituzione delle scienze umane, Einaludi, Torino 1969
  • Galimberti, Il corpo, Feltrinelli, Milano 2006
  • Freidson, La dominanza medica. Le basi sociali della malattia e delle istituzioni sanitarie, Angeli, Milano 2002
  • Valdrè, Medicina muta. La malattia tra oggettività e sentimento, Rusconi, Milano 1995
  • Colombo, P.Rebughini, La medicina contesa. Cure non convenzionali e pluralismo medico, Carocci, Roma 2006
  • Erba, La malattia e i suoi nomi, Meltemi, Roma 2007
  • Donini, Come si ascolta una conchiglia. Il senso capovolto nella medicina moderna, Quattroventi, Urbino 2002
  • Donini, Complessità sociale, memoria e cellule. Nuove forme di creatività umana, Quattroventi, Urbino 2004
  • Wittgenstein, Note sul “Ramo d’oro” di Frazer, Adelphi, Milano 1975
  • S.Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino 1978

 

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.