La società come poesia

Giacomo Leopardi manoscritto della poesia l'infinito

Questi appunti nascono dall’assunto secondo cui la società umana, sia che venga definita come impresa di costruzione collettiva, che come sistema oggettivato,  si configuri a partire da un senso di distacco rispetto all’esperienza concreta. La mediazione simbolica, l’autocoscienza, la concezione dell’ “altro generalizzato”,  l’identità sono proiezioni di una facoltà metacognitiva che sembra essere, almeno nei suoi livelli di astrazione più elevati, prerogativa peculiare della specie umana. In questo senso la società è trascendenza rispetto al dato immediato e trasposizione della sfera biologica verso qualcosa di altro, di esterno e di “lontano”, estraneo comunque rispetto alla normatività intrinseca alla vita stessa. La società è poesia, è lo scarto infinito che intercorre tra la fisicità inconsapevole di “questa” esperienza  e “quella” riflessività ipotetico-deduttiva  alla base di ogni orizzonte di senso.

La sociologia è un frutto occidentale, strettamente legata ad un processo di modernizzazione del pensiero che prende forma in un preciso periodo storico, e che significa mobilità, apertura, possibilità di contaminazione, affermazione di strutture e di

Gente in una strada di città

Figura 11 – Mediazione simbolica e costruzione sociale

idee nuove rispetto a vecchi equilibri ritenuti immutabili. Esprime, ad un livello “filogenetico”, la fase  evoluta di quel percorso  di “decentramento dell’ Io” che Piaget delinea attraverso le tappe dello sviluppo cognitivo ontogenetico. E’ presa di coscienza di questo carattere “poetico” del dramma sociale, delle sue potenzialità enormi di sviluppo e di promozione umana, così come degli aspetti critici e distruttivi.

La modernità non è una categoria statica, non lo è per definizione, ma sembra applicare anche a se stessa questo carattere fluido, affermandosi con modalità che appaiono mutevoli, sempre più invasive ed estese a livello globale. Essa ci espone ad una pluralità simultanea di mondi vitali, e si presenta come un invito continuo ad uscire dalle categorie interpretative a cui ciascuno di noi è stato socializzato. In questo senso la sociologia, nelle sue dimensioni di “distanziamento” da parte dell’osservatore, e di “comparazione” fra concezioni del mondo e modalità organizzative diverse,  diventa fattore di conoscenza di un’alterità che alberga dentro le identità stesse, portando alla coscienza zone d’ombra di umanità rimossa, analogamente a quanto Freud affermava riferendosi alle parti della psiche più remote, anch’esse alterità situate all’interno.

Palazzi di città

Figura 12 – Sistemi sociali oggettivati

Gli aspetti critici di questo approccio risiedono nella effettiva praticabilità, da parte di un osservatore,  di un’ “immaginazione sociologica” che muova dal fingersi straniero nel proprio mondo, quando in effetti ogni lettura del reale viene impostata ed elaborata utilizzando comunque gli schemi e i linguaggi appresi durante i processi di socializzazione, rispetto ai quali appare difficilmente realizzabile un processo di totale decondizionamento.

Un analogo dubbio può essere avanzato riguardo alla Weltanschauung della sociologia, nel rapporto sofferto tra l’urgenza di una relazione di confronto e di scambio reciproco con altri mondi umani e la pretesa di offrire spiegazioni generalizzate, “neutrali” come la scienza di cui è espressione.

Pietra

Figura 13 – L’immediato

Uno spunto conclusivo può essere fornito dal Leopardi,  nei versi finali de L’inifinto, dove si attribuisce l’aggettivo “questo” al mare dell’infinità. Perchè anche la riflessione  sociologica possa raccogliere la sfida di rivelarsi quale fattore di avvicinamento, attraverso la diffusione di una maggiore consapevolezza  delle dinamiche culturali ed economiche situate dietro le apparenze dei sistemi oggettivati. Svelando il carattere di contingenza di tutte le costruzioni sociali e promuovendo la necessità del riconoscimento di una comune appartenenza umana. 

Nuvole in cielo

Figura 14 – L’infinito

Riferimenti bibliografici
P.Berger, Th.Luckmann, La realtà come costruzione sociale, il Mulino, Bologna 1969    S.Boni, Culture e poteri. Un approccio antropologico, eléuthera, Milano 2011
C.W.Mills, L’immaginazione sociologica, il Saggiatore, Milano 1959                                          Z.Bauman, K.Tester, Società, etica, politica. Conversazioni con Zymunt Bauman, Cortina, Milano 2002
Z.Bauman, Danni collaterali, Laterza, Roma-Bari 2013

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