Nursing research: l’erba del vicino

Giada Brunori1, Maurizio Mercuri2

Infermiera con esperienza di ricerca, attualmente impiegata presso AOUS “Le Scotte”2 Direttore ADP CdS Infermieristica, Polo Didattico Ancona

Pubblichiamo volentieri la lettera della dottoressa Giada Brunori, ERASMUS nell’ un’università spagnola di Valladolid, al suo ritorno in Italia.

Parlare di ricerca infermieristica è sempre adeguato: un nobile e vasto ambito disciplinare cresciuto sotto il sole di conoscenze umanistiche e scientifiche merita riflessioni, ipotesi, metodi, novità di risultati, pubblicazioni e riconoscimenti. Per questo è sempre una idea felice riportare esperienze che hanno permesso crescite individuali per apportare conoscenze nuove. Giada è stata guidata nel percorso triennale dal dott. Ortolani, poi si è laureata con me. Ho favorito la sua esperienza ERASMUS, che per l’infermieristica mi adopero di stimolare tra gli studenti, sotto la guida del Prof. Walter Grassi in un solido Dipartimento di Ricerca olandese. Qui un breve racconto di vita di una infermiera laureata magistrale che ora lavora fuori regione: una bellissima esperienza di crescita professionale.

L’arte del preparare la valigia ora appartiene anche a me! Tutto ha avuto inizio nel 2015, quando decisi di partecipare al progetto Erasmus Traineeship tramite l’Università Politecnica delle Marche. Trascorrere tre mesi in un ospedale spagnolo è stata una delle esperienze più significative del mio percorso di studi accademici in Infermieristica. A Valladolid ho avuto la possibilità di mettere in pratica quanto studiato all’Università in due peculiari settori assistenziali: la sala operatoria nel ruolo di strumentista ed il territorio; in affiancamento ad un’infermiera esperta nel ruolo di “infermiera di comunità”.  Conoscere altri sistemi sanitari, osservarne la loro organizzazione ed avere la possibilità di utilizzare tecniche e strumentazioni differenti da quelle a cui ero abituata per la gestione dei diversi percorsi assistenziali, è stato fondamentale per la mia crescita personale e per iniziare a guardare da un altro punto di vista la professione che ho scelto di esercitare. Da quel periodo in poi, aprirmi a nuove esperienze per poter arricchire le nozioni accademiche è diventata una sfida quotidiana. L’idea di esplorare altre realtà lavorative per captarne punti di forza e debolezze, per confrontarmi con professionisti più adulti di me dai quali acquisire esperienza e ispirazione, mi allettava.  E’ per questo motivo che, terminato il corso di laurea triennale, sono partita per l’Olanda. Il progetto universitario a cui ho aderito si chiama Campusworld, una borsa di studio spendibile in sei mesi di tirocinio all’estero post-laurea.

Il progetto prevedeva la possibilità di auto-organizzarsi l’intera esperienza, proponendo all’ente ospitante il piano di tirocinio che si intendeva svolgere e contattandolo personalmente o con l’aiuto di un professore della propria università. Nel mio caso, ho avuto la possibilità di presentare la domanda di training riguardante la “Rheumatology Nursing Research” alla Dottoressa Yvonne van Eijk-Hustings, rheumatology nurse e senior researcher nell’ospedale AZM di Maastricht, grazie al Professor Walter Grassi, docente della Facoltà di Medicina dell’Università Politecnica delle Marche e Direttore della Clinica Reumatologica della stessa Università. L’iter burocratico ha richiesto diversi mesi. Ricordo che in quel periodo avevo il timore di non riuscire nell’impresa, ma poi è arrivato il sì e mi son detta: “Ora non resta che preparare la valigia!”.  Maastricht, una bellissima cittadina nel sud dei Paesi Bassi, mi ha accolto con gentilezza e delicatezza facendomi sentire fin da subito nel luogo giusto.

Per cinque mesi ho svolto il mio Internship nel dipartimento KEMTA (acronimo di: epidemiologia clinica e valutazione delle tecnologie mediche). Il dipartimento è impegnato a sostenere, partecipare, eseguire e avviare ricerche di valutazione multidisciplinare cliniche, epidemiologiche e sanitarie di alta qualità al fine di migliorare l’assistenza ai pazienti. Le figure professionali che vi operano sono varie e tutte impiegate nella ricerca quotidianamente: statistici, epidemiologi, ricercatori in salute pubblica, infermieri, professori, studenti e dottorandi. Il mio ruolo, all’interno di questo variegato team, era quello di svolgere una Systematic-Review in collaborazione con la Dottoressa van Eijk-Hustings, il Professor Walter Grassi e la Dottoressa Antonella Moretti, coordinatrice delle attività assistenziali della Clinica Reumatologica. Lo studio nasceva con lo scopo di delineare:

–        la miglior metodologia utilizzabile dall’infermiere nel contesto della Patient-Education del paziente adulto affetto da artrite infiammatoria cronica.

–        le capacità (organizzative, pratiche e comunicative) richieste all’infermiere al fine di garantire la Patient-Satisfaction ed incrementare il Self-Management.

Nello svolgere un lavoro cosi specifico ho incontrato delle difficoltà dovute all’insufficiente preparazione pratica che avevo legate all’utilizzo dei principali database scientifici, competenza non appresa nel percorso di base, che so essere stata colmata dopo con laboratori specifici in aula informatica. Quella di impegnarsi nella nursing research non deve essere una scelta che aliena completamente dal mondo della clinica. Qui sono circondata da infermieri che hanno la possibilità di occuparsi sia di ricerca sia di clinica, riuscendo alla perfezione in entrambi gli ambiti.

Mi sono avvicinata a questa realtà gradualmente, e due sono state le peculiarità: la curiosità di esplorare campi di applicazione dell’Infermieristica diversi da quelli tradizionalmente conosciuti e la voglia di apportare qualcosa di nuovo a questa professione che si evolve continuamente. La scelta di dedicarmi alla ricerca, nella specialità della reumatologia, risale invece al mio secondo anno di università. Durante il tirocinio pratico professionalizzante in Clinica Reumatologica ho avuto l’opportunità di vivere un’esperienza di assistenza infermieristica incentrata sul paziente, personalizzata, inspirata dalla filosofia del counseling e della comunicazione efficace, che mi ha talmente affascinata da farmi decidere di sviluppare la mia tesi di laurea ed i miei studi futuri proprio in questo particolare ambito.

In contemporanea con lo svolgimento della Revisione Sistematica della letteratura ho avuto il piacere e la fortuna di affiancare infermieri specializzati in reumatologia che lavorano in una Nurse-Led Clinic, ossia un ambulatorio specialistico per malati con artrite cronica, a gestione esclusivamente infermieristica. Tale attività è avvalorata da innumerevoli ricerche scientifiche. Viene applicata da anni in molti paesi Europei anche se, ad oggi, è difficilmente riscontrabile nella realtà italiana. Ho scoperto un mondo che non credevo esistesse, o meglio avevo la sensazione di trovare una realtà per certi versi (organizzativi e di ricerca) più sviluppata di ciò che ho vissuto in Italia, ma non credevo che a fare la differenza, in termini di efficienza, fosse un supporto elettronico, un software che permette di aggiornare i dati di ciascun paziente in tempo reale. Praticamente con questa banca dati, il medico di medicina generale, lo specialista reumatologo e qualsiasi altro medico o infermiere che visita il paziente può aggiornare automaticamente il suo profilo di cura. Questo è oltretutto uno strumento capace di agevolare il lavoro di ciascun professionista e di   garantire prestazioni efficaci ad elevato livello di qualità. Per quanto riguarda la ricerca, la sensazione che ho è che sia un campo in continuo fermento e fortemente accreditato su cui gli Olandesi giocano le loro carte per la crescita dell’intero Paese. Nonostante io abbia ampiamente apprezzando questa meravigliosa esperienza, credo molto nel mio Paese. Sono sicura che anche noi riusciremo ad adeguarci agli standard europei! Io me lo auguro, con una piccola nota di egoismo, soprattutto per la mia professione: L’INFERMIERISTICA. Ad oggi aspiro a diventare un’infermiera di ricerca in reumatologia. Sono consapevole che la strada da percorrere sarà lunga, tortuosa e non priva di ostacoli… ma anche certa di aver ricevuto la giusta motivazione da questa intensa esperienza professionale, linguistica e culturale che ho vissuto. Parole chiave: Ricerca Infermieristica, ERASMUS Traineeship, Progetti di Ricerca

 

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