Promozione all’educazione del primo soccorso


 Insegnare le manovre salvavita ai bambini in età scolare

Yassmine Feddadi, Pasquale Palumbo, Sandro Ortolani
Corso di Laurea in Infermieristica, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università Politecnica delle Marche

L’arresto cardiocircolatorio e l’ostruzione delle vie aeree sono le principali cause di morte. Interventi da parte di persone formate possono salvare 100.000 persone all’anno. In molte scuole dell’Unione Europea l’insegnamento di primo soccorso è diventato disciplina didattica. L’articolo evidenzia l’efficacia e l’utilità della formazione in tale ambito nella scuola primaria.

Introduzione

L’arresto cardiocircolatorio e l’ostruzione delle vie aeree sono le principali cause di morte. È stato dimostrato come nel 70% dei casi vi sia presente un testimone che possa intervenire con le manovre RCP, anche se solo il 15% dei casi il testimone interviene. Se si riuscisse a trasformare la percentuale dal 15% a circa il 60% si potrebbero salvare circa 100.000 persone all’anno. Le aritmie più spesso all’origine della morte cardiaca improvvisa sono la fibrillazione ventricolare e la tachicardia ventricolare in questi casi, l’unico trattamento efficace è costituito dalla defibrillazione elettrica, con probabilità di successo che diminuisce del 10-12% per ogni minuto di ritardo di attuazione di tale provvedimento.

Nelle scuole di molti paesi dell’Unione Europea l’insegnamento del primo soccorso è diventato una disciplina scolastica. In Nuova Zelanda già dal 1961 sono state introdotte le manovre di primo soccorso nelle scuole ed è stato dimostrato come i bambini di 10-12 anni fossero maggiormente predisposti e motivati nell’apprendere velocemente le manovre di RCP rispetto alla popolazione di età maggiore. Inoltre è stato visto che i bambini di età superiore ai 10 anni possono raggiungere gli standard di compressione toracica adeguata (38-51 mm di profondità). (Jones I. et all, 2007) .
Uno studio condotto in Pakistan (Shahab N. e all, 2011), ha dimostrato che i giovani di età compresa tra 11 e 15 anni, sottoposti ad un training di BLS, hanno una valenza significativa per quanto riguarda l’impatto sulla salute della comunità. Nello stesso paese ha già avuto ampia diffusione l’integrazione del BLS nei curricula scolastici, basato su un training suddiviso in tre mesi.
In Gran Bretagna è stato introdotto ufficialmente l’insegnamento del RCP a partire da 11 anni, ed è emerso che dopo 5 minuti di manovre di compressione toracica e ventilazione polmonare, gli alunni non presentavano ancora segni evidenti di affaticamento. Uno studio parallelo dimostra invece come bambini tra i 10 e i 12 anni di età detengano ottimi standard di memorizzazione delle manovre RCP e ventilazione polmonare, piuttosto che di compressione toracica (Berthelot et all, 2013). Uno studio condotto da Uhm T.H., Oh J.K., Park J.H., Yang S.J. & Kim J.H., (2010), dimostra come l’altezza e il peso del soccorritore influenzino il successo e la qualità della rianimazione: il campione medio dell’esperimento coinvolgeva soggetti di età di 11,6 anni, altezza 151,6 cm e 44,5 kg di peso. Il 50,7% dei coinvolti e presentanti queste caratteristiche, hanno raggiunto i 38 mm di compressione toracica raccomandati dalle linee guida AHA internazionali.
Per concludere, uno studio ha dimostrato come ragazzi di 10-11 anni possono raggiungere buone qualità di compressione toracica adottando un rapporto compressioni/ventilazioni di 15:2, anziché 30:2, garantendo un’uguale efficacia della prestazione, ma con minore sforzo fisico (Hill K., Mohan C., Stevenson M. & McCluskey D., 2008).

In Italia, il progetto “primo soccorso a scuola” proposto dal Miur e il Ministero della Sanità permette infatti di portare questa conoscenza all’interno delle scuole primarie incrementando la cultura del primo soccorso, promuovendo maggiore sicurezza ed efficacia delle manovre mostrate e ciò permetterebbe di divulgare la tematica anche in un ambiente domestico, visto che molto spesso viene considerato come un tabù.

Obiettivi dello studio sono stati:
– Sensibilizzare i bambini alle tematiche del primo soccorso in ambito scolastico
– Abbattere i tabù in ambito famigliare, su arresto cardiaco, morte improvvisa e rianimazione cardio-polmonare
– Disconfermare le credenze erronee apprese dai bambini tramite film e serie tv riguardanti il primo soccorso
– Estendere il progetto alle scuole della provincia di Ancona, visto che il progetto del Miur, per quanto riguarda la Regione Marche coinvolge solo la provincia di Macerata

Materiali e metodi

Sono state selezionate 4 scuole della provincia di Ancona, per un totale di 8 quinte classi della scuola primaria, dove non sono state imposte limitazioni in merito al genere, provenienza, cultura, status sociale, religione o altre variabili. Il totale del campione scelto era di 176 bambini, di cui 15 erano assenti nel giorno dell’intervento. Dei restanti 161 tutti hanno partecipato all’attività, previo consenso informato firmato dai genitori rilasciato alla scuola. Dei 161 bambini il 57,1 % (92) erano bambine, e il 42,9 % (69) erano bambini. Età media era di 10±1 anni.
Il progetto consisteva nell’esecuzione di un corso di circa 2 ore diviso in parte teorica e pratica.
Per la parte teorica sono state utilizzate le diapositive “Kids save lives” dell’IRC scaricabili gratuitamente dal sito.

Figura 1 – Opuscolo didattico su Kids save lives

Per questo studio sono stati utilizzati due questionari sulle informazioni base del primo soccorso appositamente costruiti per valutare le conoscenze pregresse e quelle acquisite in seguito al trainig. Il questionario pre-corso è composto da 10 item a risposta multipla mentre il questionario post-corso si compone di 13 items, di cui 7 sono uguali al pre-corso. Inoltre è presente nella parte finale una sezione dedicata ai commenti liberi.
Per poter confrontare le risposte delle domande che rimanevano invariate tra il pre e il post-corso, è stato attribuito punteggio 1 per le risposte esatte, un punteggio 0 per quelle errate. Successivamente è stato utilizzato il test delle frequenze per dati appaiati con metodo McNemar, tramite il programma Excel di Microsoft.
Questo test statistico è stato utilizzato per andare a valutare se le differenze tra le domande del pre e post- test, all’interno dello stesso gruppo, potessero avere una validità significativa.

Figura 2 – I bambini si esercitano. Foto degli autori

Figura 3 – I partecipanti al corso. Foto degli autori

Risultati e discussione

Il grado di apprendimento, quale variabile modificante, è stato valutato per i bambini che hanno partecipato al progetto. Tra le 7 domande in comune tra il pre e il post- corso, 5 hanno mostrato un miglioramento statisticamente significativo. In seguito vengono riportati 4 grafici relativi a domande in cui vengono confrontate le percentuali tra pre e post.

Figura 4 – I grafici dei risultati

Conclusioni

Tutti i bambini delle quinte classi delle varie scuole primarie, che hanno partecipato al corso hanno dimostrato un particolare interesse, vi è stata un’inaspettata collaborazione e partecipazione del personale docente che in numerose occasioni si è messo in gioco provando a sua volta le manovre salvavita sui manichini. L’utilizzo di modalità interattive, ludiche, giochi e un linguaggio commisurato in base all’età, ha permesso di trasmettere le nozioni base del primo soccorso, ma soprattutto ha fatto crescere una notevole curiosità nei bambini.

Dal pre-test è risultato che più del 50% dei bambini non ha mai affrontato l’argomento del primo soccorso a scuola e in famiglia.
Dal post test il 96% dei bambini ha ritenuto utile questo intervento a scuola e il 98% di essi si è sentito di aver appreso cose nuove, esprimendo la volontà (l’89%) di voler affrontare il tema in famiglia, abbattendo i tabù imposti dalla società.

L’ultima parte del questionario post-corso è riservato ai commenti, dove i bambini hanno espresso tutto il loro divertimento, la soddisfazione ed l’entusiasmo per l’incontro, come ad esempio:
– “Mi sono divertita tanto ad ascoltare la musica mentre facevamo le manovre di soccorso”
– “Mi è piaciuto molto, in particolare, quando abbiamo messo in pratica le manovre di soccorso”
– “Mi sono divertita ed ho imparato tante cose nuove”
– “Mi è piaciuto tantissimo imparare queste cose, anche se spero di non farle mai, ma se capita ora saprei cosa fare”
– “Sono molto felice di aver fatto questo corso perché è importante che io le sappia fare”
– “È stato davvero molto interessante e pieno di cose nuove che non sapevo. Sarà molto utile per il corso della vita e per continuare ad aiutare le persone nel mondo.”
– “Mi è piaciuto molto e spero di riuscire anche io una volta a salvare la vita a qualcuno”
– “Mi è piaciuto tanto, ed è stata un’esperienza molto bella, la vorrei tanto rifare”

Questi commenti, ci fanno capire quanto i bambini siano risorsa importante per la società, e quanto in realtà sono capaci di poter comprendere queste cose considerate “da grandi”.

Il training della rianimazione nelle scuole può aiutare ad aumentare la quantità di popolazione addestrata al BLS. Le abilità sociali degli alunni possono essere migliorate e la formazione può essere implementata con successo indipendentemente dall’età e dal fisico degli alunni (Bohn, 2015).
Questo progetto “Primo soccorso a scuola” promuove, infatti, l’educazione della comunità a partire dalla giovane età, e inserendo l’insegnamento delle manovre di primo soccorso nella scuola primaria, permetterebbe così anche all’Italia un miglioramento in ambito della formazione sanitaria, rispetto agli standard dell’Unione Europea.

Bibliografia:

  1. Berthelot, S., Plourde, M., Bertrand, I., Bourassa, A., Couture, M. M., Berger Pelletier, E., . . . Camden, S. (2013), “Push hard, push fast: Quasi-experimental study on the capacity of elementary schoolchildren to perform cardiopulmonary resuscitation”, Scandinavian Journal of Trauma, Resuscitation and Emergency Medicine, 21, 41-7241-21-41. doi:10.1186/1757-7241-21-41
  2. Bohn, A., Lukas, R. P., Breckwoldt, J., Bottiger, B. W., & Van Aken, H. (2015), “’Kids save lives’: Why schoolchildren should train in cardiopulmonary resuscitation”, Current Opinion in Critical Care, 21(3), 220-225.doi:10.1097/MCC.0000000000000204 [doi]
  3. Chiaranda, M. (2012), “Urgenze ed Emergenze”, Padova, Italia: Piccin.
  4. Hill K,Mohan C.,Stevenson M., McCluskey D., (2009), “Objective assessment of cardiopulmonary resuscitation skills of 10–11-year-old schoolchildren using two different external chest compression to ventilation ratios”, Resuscitation, Pages 90-99.
  5. Jones I, Whitfield R, Colquhoun M, Chamberlain D, Vetter N, Newcombe R., (2007), “At what age can schoolchildren provide effective chest compressions? An observational study from the Heart-start UK Schools Training Programme”, BMJ. ;334:1201. doi: 10.1136/bmj.39167.459028.DE.
  6. Shahab N., Rashad S., Syed A. H., Hanniyah B. and Hafsa A. (2011), “School Children Training for Basic Life Support”, Journal of the College of Physicians and Surgeons , Vol. 21 (10): 611-615
  7. Uhm, TH; Oh, JK; Park, JH; Yang, SJ and Kim, JH., (2010), “Correlation between Physical Features of Elementary School Children and Chest Compression Depth”, Hong Kong Journal of Emergency Medicine, Vol. 17, No. 3, 218-223.
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